#5 I Miti di Givoletto

Cappella di Maria Ausiliatrice e il Prevosto Don Rolle

A Givoletto, nell'ottobre del 1894, per un mirabile intreccio di grazie, divenne tanto popolare la devozione a Maria Ausiliatrice, che tutta la popolazione con il reverendissimo Prevosto Don Andrea Rolle, volle concorrere a erigerle una nuova cappella.
La struttura in poco tempo sorse, bella e maestosa, a perenne ricordo dell'amore immenso che i buoni Givolettesi nutrono per Santa Maria Ausiliatrice.
Don Rolle, discepolo prediletto di Don Bosco, trasse ispirazione per detta importante impresa da un “doppio sogno” fatto nella notte del 12 maggio 1884 in cui gli sembrò di essere seduto su una panca insieme ad alcuni giovani e di vedere in piedi davanti a sé San Giovanni Bosco dirgli: 

“Chi mai se lo immaginerebbe che tu con tutti questi giovani dovrai morire quest'anno stesso?”


Don Rolle, risvegliatosi a quel punto conturbato, si riaddormentò rivedendosi nuovamente in sogno dinnanzi a Don Bosco al quale chiese immediatamente se fosse vero l'annuncio della sua prossima morte.
Il santo non rispose, limitandosi ad indicare alle spalle di Don Rolle, la risplendente statua di Maria Santissima Ausiliatrice posta sopra la cupola del suo glorioso tempio in Torino.
La leggenda narra che il Rev.mo Prevosto si risvegliò nuovamente sentendo, dentro di sé, una voce che diceva: 

“Se non avverrà come ti fu predetto, sarà grazia della S.S. Vergine Ausiliatrice la di cui devozione tu dovrai praticare e prorogare”


Quale proverbiale “uomo avvisato”, Don Andrea Rolle, non esitò oltre, risolvendosi a iniziare l'opera santissima con la collaborazione dei più devoti parrocchiani.
Nell'anno 1906 raccolse in un primo opuscoletto dal titolo: “Cappella di Maria S.S. Ausiliatrice in Givoletto” tutta la storia di questa amorosa fatica destinata a perpetuare in Givoletto e nei paesi vicini il culto vivo e soave dell'ausiliatrice madre della Chiesa e rifugium peccatorum per il popolo cristiano.



La Capéla di Angei - La cappella degli angeli

Cappella votiva all'interno della cascina Marchéze 'd zuta, con il soffitto decorato di angeli. 
Si racconta che Vittorio Emanuele II si incontrasse qui ogni domenica, per ascoltare la messa con la contessa Brescia. La donna, ricordata dagli abitanti di Givulet come l'amante del re, viveva alla Casin-a Boggio.

FONTE

Le Masche - Le Streghe


Vari (collana), Givoletto e i suoi protagonisti, Givoletto : Scarpa, 2009, p. 124

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